Negli ultimi anni, la Regione Lombardia e ATS Milano hanno rafforzato il proprio impegno nella prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali attraverso i Piani Mirati di Prevenzione (PMP). Questi strumenti, previsti dal Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020-2025, rappresentano un modello innovativo di controllo che integra assistenza, vigilanza e valutazione di efficacia, coinvolgendo attivamente imprese, parti sociali e operatori della prevenzione.
Cos’è un Piano Mirato di Prevenzione?
Il PMP si configura come un modello territoriale partecipativo, volto a supportare le imprese nella gestione dei rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro. Si articola in tre fasi principali:
- Assistenza: condivisione di strumenti e formazione per la valutazione dei rischi (DVR).
- Vigilanza: autovalutazione e controllo dei fattori di rischio da parte delle aziende, con il supporto delle ATS.
- Valutazione di efficacia: verifica degli interventi attuati e restituzione dei risultati a beneficio di tutti i soggetti coinvolti.
PMP in ATS Milano: Temi e Progetti Speciali
1. Rischio da Atmosfere Ipossiche e Gas Tecnici
Un esempio concreto è il PMP dedicato al rischio di inalazione di atmosfere povere di ossigeno, soprattutto in presenza di gas tecnici come azoto, elio e argon. L’attività di vigilanza ha coinvolto centinaia di aziende, con focus su formazione, monitoraggio e adozione di misure preventive specifiche. I dati raccolti hanno evidenziato la necessità di rafforzare la cultura della sicurezza e la collaborazione tra imprese e ATS.
2. Rischio Cancerogeno in Edilizia
Il PMP “Cancerogeni in edilizia” ha promosso la conoscenza e l’adozione di misure di prevenzione contro l’esposizione a silice libera cristallina, radiazioni UV e cromo esavalente. Le indagini hanno mostrato che solo una minoranza delle imprese effettua monitoraggi ambientali diretti, privilegiando spesso la protezione individuale rispetto a quella collettiva. È emersa la necessità di maggiore formazione, sorveglianza sanitaria e attivazione del registro degli esposti.
3. Sovraccarico Biomeccanico e Stress da Calore
Altri PMP hanno riguardato il rischio da sovraccarico biomeccanico nei servizi di assistenza domiciliare e lo stress da calore in agricoltura ed edilizia. In questi settori, la prevenzione passa attraverso la formazione, la valutazione dei rischi specifici e l’adozione di misure organizzative (turnazioni, pause, idratazione, DPI adeguati).
4. Rischio Biologico Indoor e Qualità dell’Aria
Il PMP sul rischio biologico indoor, con particolare attenzione alla Legionella nelle strutture ospedaliere, sottolinea l’importanza della gestione degli impianti aeraulici e della qualità dell’aria, soprattutto in un contesto di cambiamento climatico e aumento delle temperature.
Il Ruolo del Medico Competente e la Sorveglianza Sanitaria
Il ruolo del medico competente è centrale nella promozione della salute, nella valutazione dei rischi emergenti (es. nanomateriali, interferenti endocrini, diisocianati, emissioni diesel, radon) e nella sorveglianza sanitaria. Tuttavia, i dati raccolti mostrano ancora criticità:
- Solo una parte delle aziende garantisce una sorveglianza sanitaria specifica e aggiornata.
- La formazione specifica sui rischi cancerogeni e sulle nuove sostanze pericolose è ancora poco diffusa.
- La collaborazione tra medico competente, RSPP, RLS e datore di lavoro è fondamentale per aggiornare il DVR e implementare misure di prevenzione efficaci.
Criticità e Opportunità
Dall’analisi dei dati emergono alcune criticità ricorrenti:
- Partecipazione delle imprese: non tutte le aziende rispondono ai questionari o partecipano attivamente ai PMP.
- Monitoraggi ambientali: scarsa effettuazione di misurazioni dirette dei rischi.
- Prevalenza della protezione individuale: spesso si privilegiano i DPI rispetto alle misure collettive.
- Registro degli esposti: solo una minoranza delle imprese lo attiva correttamente.
- Formazione: solo il 20% delle imprese fa formazione specifica sui rischi cancerogeni.
Tuttavia, i PMP rappresentano anche un’opportunità:
- Diffondono buone prassi e misure preventive specifiche.
- Consentono alle organizzazioni di monitorare e migliorare i propri sistemi di prevenzione.
- Favoriscono la crescita della cultura della sicurezza e la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti.
Conclusioni
I Piani Mirati di Prevenzione sono uno strumento dinamico e partecipativo, capace di coniugare assistenza e vigilanza, promuovere la cultura della sicurezza e rispondere alle nuove sfide poste dai rischi emergenti nei luoghi di lavoro. La collaborazione tra imprese, ATS, medici competenti e parti sociali è la chiave per una prevenzione efficace e per la tutela della salute di tutti i lavoratori.
Fonti:




