L’esternalizzazione produttiva e l’affidamento di lavori in appalto sono ormai una realtà consolidata in molti settori, in particolare nell’edilizia e nei servizi. Tuttavia, questa prassi comporta nuove sfide per la gestione della sicurezza sul lavoro, soprattutto per quanto riguarda la responsabilità del committente nei confronti dei lavoratori “indiretti”, ossia quelli impiegati da imprese appaltatrici o subappaltatrici.
Un quadro normativo in evoluzione
Negli ultimi anni, la normativa italiana ed europea ha progressivamente ampliato il ruolo del committente, superando la vecchia logica dell’esonero automatico da responsabilità. Oggi il committente è considerato un vero e proprio garante della sicurezza, con obblighi precisi di verifica, cooperazione e coordinamento.
La direttiva-quadro europea 89/391/CEE ha rappresentato uno spartiacque, introducendo un approccio pragmatico: la sicurezza deve essere garantita a prescindere dalla tipologia contrattuale e dalla struttura della filiera produttiva, considerando la presenza di più imprese e lavoratori nello stesso luogo di lavoro.
Gli obblighi del committente secondo il D.Lgs. 81/08
L’articolo 26 del Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/2008) stabilisce che il committente deve:
- Verificare l’idoneità tecnico-professionale delle imprese appaltatrici e dei lavoratori autonomi;
- Fornire informazioni dettagliate sui rischi specifici presenti nell’ambiente di lavoro;
- Cooperare e coordinarsi con le imprese appaltatrici per eliminare o ridurre i rischi da interferenze tra le diverse attività;
- Redigere il DUVRI (Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenza) nei casi previsti dalla legge.
Questi obblighi si applicano anche in assenza di ingerenza diretta del committente nelle attività dell’appaltatore: la responsabilità organizzativa nasce dal semplice fatto di aver affidato lavori, servizi o forniture a soggetti esterni.
Il rischio interferenziale
Uno degli aspetti più delicati riguarda la gestione dei cosiddetti “rischi interferenziali”, cioè quei rischi che derivano dalla compresenza di più imprese o lavoratori nello stesso luogo di lavoro. Il committente deve valutare attentamente queste situazioni e adottare tutte le misure necessarie per prevenire incidenti e infortuni.
Le conseguenze della mancata vigilanza
La giurisprudenza più recente ha ribadito che il mancato rispetto degli obblighi di verifica e coordinamento può comportare gravi responsabilità per il committente, sia in sede civile che penale. In caso di infortunio, il committente può essere chiamato a rispondere anche se non ha avuto un ruolo attivo nell’organizzazione dei lavori, semplicemente per non aver esercitato un controllo adeguato sulle imprese coinvolte.
Conclusioni e buone pratiche
Per tutelare la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori coinvolti in un appalto, il committente deve:
- Scegliere imprese qualificate e affidabili;
- Verificare la regolarità della documentazione e la presenza di DVR e DUVRI aggiornati;
- Promuovere la formazione e l’informazione sui rischi specifici;
- Favorire la collaborazione tra tutte le parti coinvolte.
Solo così sarà possibile trasformare l’esternalizzazione da rischio a opportunità, garantendo un ambiente di lavoro sicuro e conforme alle normative.




